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Emerson Lake & Palmer il supergruppo per eccellenza

Forse il supergruppo più famoso della storia. Come dice il nome stesso, gli Emerson Lake & Palmer (ELP) altro non sono che Keith Emerson, tastierista ex Nice (gruppo proto-progressive piuttosto interessante), Greg Lake, chitarrista ex King Crimson, e Carl Palmer, batterista ex Crazy World of Arthur Brown ed Atomic Rooster.

Per supergruppo si intende una band i cui componenti sono musicisti già piuttosto affermati; spesso in questi casi succede che il nuovo progetto risulta essere oltre che poco convincente, poco duraturo, ma qui ci troviamo davanti ad una bellissima eccezione.

L’omonimo esordio del gruppo mette subito in chiaro quali sono le peculiarità: un progressive molto complicato, che prende parecchio spunto dalla musica classica, in particolare da quella organistica e che lascia ampio spazio alle qualità dei singoli componenti.

Il Secondo album, “Tarkus”, è l’ulteriore sviluppo di tali tematiche; a mio avviso sarà questo il miglior lavoro della band. Le qualità dei tre componenti vengono messe quanto mai in risalto, ma il protagonista assoluto ed io narratore del disco è la fantastica tastiera di Keith Emerson, che si sviluppa su basi propriamente classiche.

Nel 1973 esce il quarto album, “Brain Salad Surgery”; nonostante sia il miglior successo commerciale dei tre, lo ritengo un attimino sotto ai precedenti: i suoni e le canzoni sono molto più accessibili a tutti, e l’impatto è decisamente più immediato. Sembra, però, che venga messa in secondo piano la genialità dei singoli componenti, che aveva reso il suono degli ELP come qualcosa di unico, tanto da essere considerati fonte di ispirazione nell’ambito progressive, particolarmente in Italia, dove si sviluppò una scena progressive locale tra le migliori al mondo.

Dopo il successo commerciale, per un nuovo lavoro da studio bisogna attendere quattro anni: “Works” è un album diviso in due volumi. Il primo, più epico, è legato alle tipiche sonorità della band, mentre il secondo è molto più semplice ed orecchiabile. L’album sembra essere il crocevia tra il passato ed il presente del gruppo. Il volume uno è nettamente superiore, mentre del volume due l’unica citazione degna di nota va a quelle canzoncine contenute nell’album che poi diventeranno le colonne sonore per le scenette comiche.

Il seguente “Love Beach” sarà anche l’ultimo disco prima di una pausa di nove anni. La critica ed il pubblico lo stroncarono senza pietà; personalmente non lo considero così disastroso, se non che questo disco ha a che fare più che con il progressive, con una ben fatta disco music.

I tre album da studio che seguirono negli anni non mi sembrano particolarmente meritevoli; in quello del 1987 la band aveva cambiato batterista, Carl Palmer era passato agli Asia; al suo posto arrivò Cozy Powell, ed il gruppo produsse il molto poco convincente “Emerson Lake & Powell”.

I componenti della band ora vivono, meritatamente, di rendita per quanto di buono hanno fatto negli anni ’70; in questo periodo sono stati protagonisti assoluti della scena progressive.

Fonte by Gorupdebesanez (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons